ANGALIÀ: una parola greca che significa “abbraccio” e che da oggi non mi lascerà più

Ho assi­sti­to, nel­la Sala del Cava­lie­re alla Came­ra dei Depu­ta­ti, al Pre­mio Inter­na­zio­na­le Ale­xan­der Lan­ger 2017, asse­gna­to ex aequo a Anga­lià (ong gre­ca di assi­sten­za uma­ni­ta­ria a pro­fu­ghi, migran­ti, richie­den­ti asi­lo e abi­tan­ti a Lesbo) e alla “mia” ASGI, la più auto­re­vo­le asso­cia­zio­ne di stu­di giu­ri­di­ci sul­l’im­mi­gra­zio­ne, atti­va nel­le bat­ta­glie lega­li per la dife­sa dei dirit­ti uma­ni, che insie­me a Magi­stra­tu­ra Demo­cra­ti­ca pub­bli­ca la rivi­sta Dirit­to, Immi­gra­zio­ne, Cit­ta­di­nan­za, stru­men­to pre­zio­so per tut­ti gli ope­ra­to­ri del dirit­to su que­ste tematiche.

Maria Bac­chi, mem­bro del Comi­ta­to Scien­ti­fi­co del­la Fon­da­zio­ne Ale­xan­der Lan­ger, nel suo inter­ven­to intro­dut­ti­vo bom­bar­da con paca­tez­za ma pre­ci­sio­ne il DL Min­ni­ti e l’e­ster­na­liz­za­zio­ne del­le fron­tie­re, l’ac­cor­do con la Tur­chia (pae­se ter­zo sicu­ro?) e le depor­ta­zio­ni in Sudan.

L’on. Mari­na Sere­ni, vice­pre­si­den­te del­la Came­ra, espo­nen­te del PD, ascol­ta impas­si­bi­le e così i depu­ta­ti demo­cra­ti­ci pre­sen­ti, che alla spic­cio­la­ta si allon­ta­na­no dal­la sala.

Tut­to mol­to sur­rea­le, pro­vo imba­raz­zo io per loro: han­no vota­to le peg­gio­ri nor­me sul­l’im­mi­gra­zio­ne, che il cen­tro­de­stra, per­si­no il cen­tro­de­stra avreb­be avu­to il pudo­re di scri­ve­re in modo meno indecente.

Il pre­si­den­te di Asgi, Avv. Loren­zo Truc­co, pren­de la paro­la, rin­gra­zia per il pre­mio e dice che pro­prio per­ché rice­ve “que­sto” pre­mio, ha il dove­re di dire cose chiare.
E le dice, una per una, in ordi­ne, con misu­ra e paca­tez­za ma non una di meno:

Gra­zie al DL Min­ni­ti ave­te scrit­to nel­la leg­ge che le per­so­ne non sono tut­te ugua­li (cita il gra­do di giu­di­zio di meri­to sot­trat­to ai migran­ti, il pro­ces­so a con­trad­dit­to­rio limi­ta­to e con la pro­va video, il dirit­to dise­gua­le) ma il dirit­to — dice Truc­co, citan­do il filo­so­fo Nor­ber­to Bob­bio — ser­ve a pro­teg­ge­re i più debo­li, per­ché i poten­ti non han­no biso­gno del diritto.

Foto di rito, con la vice­pre­si­den­te del­la Came­ra che sor­ri­de com­pia­ciu­ta, sen­za fare una pie­ga: una sfin­ge in mez­zo alle per­so­ne più bel­le del mon­do, quel­le che fan­no soli­da­rie­tà e costrui­sco­no egua­glian­za nono­stan­te le leg­gi del­le destre (o ex sini­stre) ita­lia­ne ed euro­pee in mate­ria di dirit­ti umani.

Fuo­ri di qui, un Ren­zi in affan­no rin­cor­re Sal­vi­ni e inciam­pa sul­la tra­di­zio­ne di cul­tu­ra e civil­tà del­l’ac­co­glien­za del­la sini­stra: par­la all’I­spi, l’I­sti­tu­to di poli­ti­ca inter­na­zio­na­le di Mila­no e scan­di­sce “Se non hai un’i­den­ti­tà, non inte­gri, sei invaso”.

Una del­le pre­mia­te del­la ong gre­ca fini­sce di dire che Ita­lia e Gre­cia sono vasi comu­ni­can­ti nei pro­ces­si migra­to­ri ver­so l’Eu­ro­pa e il desti­no è comune.

Ecco, vasi e inva­si. Bel­le per­so­ne e pes­si­mi poli­ti­ci.  L’ab­brac­cio e il rifiu­to.

Ma anche l’in­tel­li­gen­za e la furbizia.

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