2020, trappola per topi sui conti pubblici

È fat­ta, dico­no. La pro­ce­du­ra di infra­zio­ne per defi­cit ecces­si­vo sarà evi­ta­ta. «Abbia­mo pie­na­men­te sal­va­guar­da­to la nostra impo­sta­zio­ne del­la mano­vra di bilan­cio. Non abbia­mo cedu­to sui con­te­nu­ti», escla­ma in aula al Sena­to il pre­si­den­te del con­si­glio Con­te. Ma intan­to la Com­mis­sio­ne Euro­pea ha vin­to, il defi­cit strut­tu­ra­le non cre­sce­rà, restan­do inchio­da­to allo 0,8% in rap­por­to al PIL come pre­vi­sto dal­le rego­le di bilan­cio euro­pee, espel­len­do con for­za l’aumento del­lo 0,9% con cui il gover­no ave­va carat­te­riz­za­to la sua mano­vra. Non è vero che vi è sta­ta media­zio­ne: il gover­no ha cedu­to su tut­to, per­si­no le misu­re ban­die­ra (quo­ta 100 e red­di­to di cit­ta­di­nan­za) saran­no mez­ze azzop­pa­te, cer­ta­men­te sen­za futuro.

Da un cer­to pun­to di vista, si può tira­re un sospi­ro di sol­lie­vo — la pro­ce­du­ra di infra­zio­ne e il ral­ly dei tas­si sul debi­to sono scon­giu­ra­ti — ma il prez­zo da paga­re è una gigan­te­sca trap­po­la per topi, piaz­za­ta al pri­mo gen­na­io 2020. Ven­ti­quat­tro miliar­di di euro, tan­to val­go­no le nuo­ve clau­so­le di sal­va­guar­dia, che scat­te­ran­no impe­den­do a que­sto pae­se di agguan­ta­re il tan­to sospi­ra­to ‘for­mag­gi­no’.

Solo una poli­ti­ca di cor­to respi­ro, sen­za alcun futu­ro, sen­za pro­spet­ti­va, sen­za idee, sen­za tut­to, pote­va scen­de­re a tal com­pro­mes­so. Con­te ha affer­ma­to in aula che la ridu­zio­ne del rap­por­to deficit/PIL per l’anno 2019 dall’iniziale 2,4% al nuo­vo rife­ri­men­to del 2,04% (per que­sto gio­co di nume­ri, ci sareb­be spa­zio per una poe­sia di Tri­lus­sa), è dovu­ta alla pun­tua­le quan­ti­fi­ca­zio­ne, con appo­si­te rela­zio­ni tec­ni­che, del­la «sti­ma eco­no­mi­co-finan­zia­ria del­le misu­re, soprat­tut­to di quel­le a carat­te­re socia­le e pre­vi­den­zia­le», ma il pre­si­den­te omet­te di dire che gli impat­ti sul­la spe­sa sono sce­si per­ché le mede­si­me saran­no attua­te a par­ti­re da apri­le 2019 e con una pla­tea ulte­rior­men­te ridot­ta. Peral­tro, i cri­te­ri di acces­so al red­di­to di cit­ta­di­nan­za sono anco­ra da met­te­re nero su bian­co e Quo­ta 100, come sapre­te, sarà appli­ca­bi­le solo a chi pos­sie­de i requi­si­ti già nel 2018, matu­ra­ti da alme­no due anni, e non a tut­ti subi­to ma secon­do un calen­da­rio di usci­te. Poi è sta­to il lavo­ro chi­rur­gi­co del mini­stro Tria a rica­va­re altro spa­zio di spe­sa, tem­po­ra­neo, per rag­giun­ge­re l’obiettivo.

Nel­la lista dei tagli le abro­ga­zio­ni di alcu­ne age­vo­la­zio­ni, come l’aliquota ridot­ta Ires in favo­re degli enti non com­mer­cia­li, il cre­di­to d’imposta in favo­re di sog­get­ti che com­pio­no inve­sti­men­ti in beni stru­men­ta­li nuo­vi, i tagli al fon­do per favo­ri­re lo svi­lup­po per capi­ta­le imma­te­ria­le, la pro­dut­ti­vi­tà e la com­pe­ti­ti­vi­tà e — dul­cis in fun­do — la «ridu­zio­ne di 850 milio­ni di euro per l’an­no 2019 […] del­la quo­ta nazio­na­le per il finan­zia­men­to del­le poli­ti­che comu­ni­ta­rie». In tota­le fan­no 10,2 miliar­di in meno (12,2 nel 2020 e 16 nel 2021) rispet­to alle pre­ce­den­ti solu­zio­ni, recu­pe­ra­ti anche con dismis­sio­ni immo­bi­lia­ri (950 milio­ni), web tax (150 milio­ni), con­tri­bu­to di soli­da­rie­tà dal­le pen­sio­ni d’oro (76 milio­ni). Nean­che per un minu­to si è imma­gi­na­to anche solo di toc­ca­re una misu­ra inef­fi­cien­te, spe­re­qua­ti­va, sba­glia­ta come il bonus 80 euro di Ren­zi. Il gover­no del cam­bia­men­to non rie­sce nem­me­no a bal­bet­ta­re un dub­bio dinan­zi ad un impe­gno di spe­sa che vale 8,7 miliar­di di euro l’anno e che da solo avreb­be coper­to il red­di­to di cit­ta­di­nan­za. È bene ricor­da­re che nel Mani­fe­sto di Pos­si­bi­le era­no inclu­si inter­ven­ti più misu­ra­ti, che avreb­be­ro con­sen­ti­to di fare bene le cose giu­ste e di evi­ta­re quel­le sba­glia­te e pale­se­men­te insostenibili.

«Ho rap­pre­sen­ta­to», ha det­to Con­te, «anche l’e­si­gen­za di appron­ta­re un pia­no di inter­ven­ti straor­di­na­ri per la mes­sa in sicu­rez­za del­le infra­strut­tu­re via­rie (via­dot­ti, pon­ti, stra­de, gal­le­rie) e la gestio­ne dei rischi con­nes­si al dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co. Per que­sti inter­ven­ti il Gover­no ha chie­sto e otte­nu­to che sia appli­ca­ta la fles­si­bi­li­tà pre­vi­sta dal Pat­to di sta­bi­li­tà e cre­sci­ta, in misu­ra — pen­sa­te — cor­ri­spon­den­te a qua­si lo 0,2 per cen­to del PIL». A qual­cu­no ver­reb­be da cre­de­re che, for­se, sen­za minac­cia­re e bat­te­re i pugni sul tavo­lo, il mar­gi­ne per otte­ne­re fles­si­bi­li­tà di bilan­cio — stan­te alle innu­me­re­vo­li emer­gen­ze in cui è immer­so que­sto pae­se da anni — era ampio e otte­ni­bi­le subi­to, sen­za inne­sca­re la mic­cia dei tas­si sul debi­to pubblico.

Quan­to tem­po per­so, quan­to dena­ro spre­ca­to. Quan­to futu­ro compromesso.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pensato.

Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.