Possibile: l’approfondimento e la concretezza di un capannone, tra Senigallia e Fano

In una fase di improvvisazione e di slogan, le caratteristiche che dovrebbe avere un partito moderno sono due: la competenza data dallo studio e dall'approfondimento e la concretezza.

Maga­ri per sen­si di col­pa, maga­ri per la sen­si­bi­li­tà socia­le cri­stia­na, maga­ri per istin­to di giu­sti­zia, sen­to mol­to inte­res­se “per i pove­ri” e per le que­stio­ni socia­li. Con altri orga­niz­zo un ser­vi­zio per por­ta­re legna a vec­chi indi­gen­ti. Do lezio­ni gra­tui­te ai poveri.

Que­sto pas­sag­gio di Ale­xan­der Lan­ger in “Non per il Pote­re” mi rim­bom­ba in testa da quan­do ho ini­zia­to a fare politica.

La con­cre­tez­za.

Cre­do che in una fase di improv­vi­sa­zio­ne e  di slo­gan, le carat­te­ri­sti­che che dovreb­be ave­re un par­ti­to moder­no sono due: la com­pe­ten­za data dal­lo stu­dio e dal­l’ap­pro­fon­di­men­to e la con­cre­tez­za. 

Quan­do les­si quel­la fra­se di Lan­ger non pen­sa­vo cer­to di tro­var­mi un gior­no a con­tri­bui­re a fon­da­re e costrui­re un par­ti­to, tan­to più un par­ti­to che deci­des­se di cam­mi­na­re su bina­ri diver­si, deci­sa­men­te impervi.

Che non seguis­se faci­li stra­de di accroc­chi, già bat­tu­te e fal­li­men­ta­ri, né che caval­cas­se il males­se­re e la rabbia.

Un par­ti­to dif­fi­ci­le, un par­ti­to Resi­sten­te, pog­gia­to sui valo­ri Anti­fa­sci­sti e Repubblicani.

Del­le due carat­te­ri­sti­che che elen­ca­vo, l’e­la­bo­ra­zio­ne di cer­to non ci man­ca. A par­ti­re dal segre­ta­rio, una per­so­na genui­na­men­te curio­sa di tut­to, che stu­dia sen­za sosta ogni que­stio­ne e non si accon­ten­ta mai di rispo­ste super­fi­cia­li. 

Il secon­do aspet­to, la con­cre­tez­za, era quel­lo per cui sen­ti­vo di poter con­tri­bui­re di più.

Quin­di appe­na diven­ta­ta par­la­men­ta­re sono par­ti­ta per la Pale­sti­na, sul­le ter­re col­pi­te dal­l’al­lu­vio­ne nel bene­ven­ta­no, nei cen­tri di acco­glien­za e negli SPRAR, nei cam­pi pro­fu­ghi di Salo­nic­co, nei ter­ri­to­ri deva­sta­ti dal sisma. 

In un momen­to sto­ri­co con­tras­se­gna­to dal dolo­re, dagli eso­di, dal­la cri­si e da cata­stro­fi natu­ra­li,  pen­so che fare poli­ti­ca voglia più che mai dire spor­car­si le mani, di ter­ra e di polvere.

Illu­mi­nan­te è sta­to un incon­tro fat­to qual­che set­ti­ma­na fa gra­zie a Miche­la, una nostra iscrit­ta di Geno­va, che mi ha fat­to cono­sce­re una bel­lis­si­ma real­tà asso­cia­ti­va che si chia­ma Music For Pea­ce, che si basa su un prin­ci­pio mol­to sem­pli­ce: “dove ser­ve aiu­to, noi lo por­tia­mo. Dal­la gen­te per la gen­te “. E la loro sede con­den­sa tut­ti i valo­ri di soli­da­rie­tà, rispet­to e soste­ni­bi­li­tà in cui cre­do­no. Men­tre par­la­vo con il loro pre­si­den­te, mi sem­bra­va di rivi­ve­re il mio pri­mo incon­tro con Max Fanel­li, a cui, non a caso, abbia­mo dedi­ca­to il nostro comi­ta­to. E men­tre lui par­la­va ho rea­liz­za­to che era esat­ta­men­te quel­lo che vole­vo diven­tas­se la sede di Pos­si­bi­le nel­la mia cit­tà. Un micro­co­smo in cui rea­liz­za­re il cam­bia­men­to che vor­rem­mo nel Pae­se, in cui aiu­ta­re chi è in dif­fi­col­tà e offri­re i ser­vi­zi che rispec­chia­no i nostri valori.

La legna di Lan­ger, per dire.

Gra­zie a Simo­ne e Luca, colon­ne fon­da­men­ta­li del mio comi­ta­to che tre­ma­no ogni vol­ta che dico “ragaz­zi, ho un idea!”, abbia­mo tro­va­to la sede ideale.

Sbri­ga­te alcu­ne pra­ti­che ammi­ni­stra­ti­ve, ci met­te­re­mo al lavo­ro rim­boc­can­do­ci le mani­che e sicu­ra­men­te per far­ce­la avre­mo biso­gno del soste­gno di tanti.

Un’i­dea tan­to fol­le a Max sareb­be pia­ciu­ta di cer­to. E pro­via­mo a tene­re sem­pre a men­te quan­to ci ha inse­gna­to lui: “biso­gna alzar­si ogni mat­ti­na pen­san­do a come per­se­gui­re i tuoi sogni. Con costan­za e sen­za stan­car­si. E mai dimen­ti­ca­re la mas­si­ma di Gan­d­hi: Sii il cam­bia­men­to che vuoi vede­re nel mondo.”

Il nostro mon­do Pos­si­bi­le par­te da un capan­no­ne, tra Seni­gal­lia e Fano.

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