La scuola alla buona

La vicenda dei “passaggisti”, obbligati a reiterare l’anno di formazione insieme ai docenti neo-assunti, senza copertura legislativa e finanziaria.

Incre­di­bi­le la vicen­da dei “pas­sag­gi­sti”, docen­ti in ruo­lo già da anni tran­si­ta­ti da un gra­do di scuo­la ad un altro, aven­do­ne i tito­li. Essi sono sta­ti obbli­ga­ti da un D.M. del Mini­stro Gian­ni­ni, il n. 850 del 27 otto­bre 2015, a rei­te­ra­re l’anno di for­ma­zio­ne insie­me ai docen­ti neo-assun­ti.

Lo sta­tus dei neo-assun­ti, docen­ti che han­no avu­to acces­so al ruo­lo, non è equi­pa­ra­bi­le allo sta­tus dei pas­sag­gi­sti che han­no chie­sto ed otte­nu­to il pas­sag­gio di ruo­lo, come ad esem­pio dal­la secon­da­ria di pri­mo gra­do alla secon­da­ria di secon­do gra­do, ma anche vice­ver­sa. Il pas­sag­gio di ruo­lo osser­va non solo nor­me pat­ti­zie (par­te pub­bli­ca Miur, par­te pri­va­ta le cin­que sigle sin­da­ca­li rap­pre­sen­ta­ti­ve fir­ma­ta­rie del Con­trat­to – in par­ti­co­la­re il C.C.N.I., con­trat­to col­let­ti­vo nazio­na­le inte­gra­ti­vo 2015 sul­la mobi­li­tà 23 feb­bra­io 2015 ed O.M. 24 feb­bra­io 2015, n. 4 che disci­pli­na la mobi­li­tà pro­fes­sio­na­le a doman­da, quin­di mobi­li­tà inter­na alla stes­sa Ammi­ni­stra­zio­ne) ma in pri­mis i dati ogget­ti­vi: i pas­sag­gi­sti sono già da anni tito­la­ri di un con­trat­to a tem­po inde­ter­mi­na­to su sede defi­ni­ti­va — e non prov­vi­so­ria come i neo-immes­si — e han­no già ottem­pe­ra­to alla for­ma­zio­ne ini­zia­le, ossia quel­la pre­di­spo­sta per chi ini­zia la car­rie­ra di docen­te e deve esse­re moni­to­ra­to per un anno da un tutor!

Diver­si i pun­ti cri­ti­ci di tale atto rego­la­men­ta­re: dal­la man­ca­ta coper­tu­ra legi­sla­ti­va (nel­la “Buo­na scuo­la”, non c’è alcun rife­ri­men­to a quest’obbligo per i pas­sag­gi­sti e non si rin­vie­ne nep­pu­re leg­gen­do gli atti par­la­men­ta­ri), alla man­ca­ta indi­ca­zio­ne del­la coper­tu­ra finan­zia­ria (il MIUR non ha mai mes­so a dispo­si­zio­ne i dati dei pas­sag­gi­sti né quel­li rela­ti­vi alle risor­se neces­sa­rie a copri­re la loro for­ma­zio­ne), fino alla retroat­ti­vi­tà del D.M. che, secon­do l’interpretazione mini­ste­ria­le, è sta­to appli­ca­to ai docen­ti che nel pre­gres­so anno sco­la­sti­co han­no chie­sto ed otte­nu­to il pas­sag­gio di ruolo.

Nul­la di nuo­vo per il “gover­no del fare” che fa del­la scuo­la pub­bli­ca, più che una buo­na scuo­la, una “scuo­la alla buo­na”, rei­te­ran­do obbli­ghi for­ma­ti­vi per chi già vi ha ottem­pe­ra­to con un inu­ti­le dispen­dio di risor­se pub­bli­che. E lo fa raf­faz­zo­nan­do atti uni­la­te­ra­li e discre­zio­na­li come il DM in que­stio­ne che non ha coper­tu­ra legi­sla­ti­va. Insom­ma, anco­ra una vol­ta, sal­tan­do a piè pari tut­ti i debi­ti pas­sag­gi demo­cra­ti­ci ed ordi­na­men­ta­li. Improv­vi­sa­zio­ne o scel­ta strategica?

Alber­to Macrì

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