De Luca l’incontrollabile, il peggior testimonial del Sì

Il Gover­na­to­re del­la Cam­pa­nia Vin­cen­zo De Luca, nel giro di 24 ore, è riu­sci­to nell’impresa di tra­sfor­mar­si nel peg­gior testi­mo­nial in cir­co­la­zio­ne in favo­re del­le ragio­ni del Sì al refe­ren­dum. Non era sem­pli­ce, ma l’ex sin­da­co di Saler­no ci ha abi­tua­to nel cor­so degli anni a impre­se di note­vo­le spessore.

Dopo le paro­le ver­go­gno­se sul­la Pre­si­den­te del­la Came­ra Rosy Bin­di, si appren­de che nel cor­so di una riu­nio­ne con i sin­da­ci cam­pa­ni, il Gover­na­to­re avreb­be anche espli­ci­ta­to il suo pen­sie­ro sul­la Rifor­ma Costi­tu­zio­na­le: è neces­sa­rio vota­re Si non per la Costi­tu­zio­ne, ma per­ché Ren­zi ha pro­mes­so sol­di alla Cam­pa­nia, tan­ti. Quin­di “Non me ne fot­te nien­te di quel­lo che pen­sa­te di Ren­zi, l’importante è por­ta­re i voti”. Come? Con il clien­te­li­smo, por­ta a por­ta, raschian­do ovun­que, facen­do promesse.

Nel meri­to del­la Costi­tu­zio­ne, ovviamente. 

Eppu­re De Luca è sta­to il Gover­na­to­re sul qua­le Ren­zi al Sud ha inve­sti­to di più, l’alfiere del sì, l’uomo sul qua­le scom­met­te­re in man­can­za di altre spon­de nel resto del Mez­zo­gior­no. Quin­di pro­mes­se, innu­me­re­vo­li ini­zia­ti­ve con la Mini­stra Boschi (sem­pre accom­pa­gna­ta per l’occasione dal figlio mag­gio­re di De Luca, pro­mos­so “Coor­di­na­to­re scien­ti­fi­co regio­na­le per la Rifor­ma” ), elo­gi e omis­sio­ni anche quan­do i com­por­ta­men­ti del ras di Saler­no sono trop­po imba­raz­zan­ti.

Anche dopo le paro­le su Rosy Bin­di il mas­si­mo che è arri­va­to dai ban­chi dell’esecutivo è sta­ta la richie­sta di scu­se al Gover­na­to­re nei con­fron­ti del­la Bin­di, quan­do il buon sen­so avreb­be volu­to inve­ce una richie­sta di dimis­sio­ni pre­te­se con for­za da un uomo evi­den­te­men­te ina­dat­to e inde­gno di rap­pre­sen­ta­re le isti­tu­zio­ni. Ma con De Luca non si può, non fa gio­co. E’ tra­sver­sa­le, è poten­te, per esse­re elet­to alla pre­si­den­za del­la Cam­pa­nia si è avval­so anche dei voti di fasci­sti, inda­ga­ti, avver­sa­ri del Pd, vol­ti ber­lu­sco­nia­ni e pez­zi del pote­re cosen­ti­nia­no. D’Anna su tut­ti, che sta­mat­ti­na è arri­va­to in soc­cor­so dell’amico De Luca con que­ste paro­le: “De Luca ha usa­to un’e­spres­sio­ne for­se poco cor­ret­ta ma che rien­tra nei cano­ni con­sue­ti del suo ger­go. E poi non ha nien­te a che vede­re con la mate­ria­le attua­zio­ne. Poi in Ita­lia tut­to si stru­men­ta­liz­za a fini poli­ti­ci. L’unico nemi­co del­la Bin­di è madre natu­ra”.
Ma De Luca, il “bul­ga­ro” fin dai tem­pi del Pci, può fare quel­lo che vuo­le per­ché con­trol­la in manie­ra capil­la­re il voto e lo ha dimo­stra­to anche alle ulti­me pri­ma­rie che han­no san­ci­to la vit­to­ria del pre­mier Ren­zi: a Saler­no il segre­ta­rio del Pd in cari­ca incas­sa una per­cen­tua­le del 73 per cen­to, Cuper­lo il 15,6 per cen­to, Pip­po Civa­ti l’11 per cen­to. Per­cen­tua­li bul­ga­re appun­to che trac­cia­no la stra­da di quel­lo che sarà il rap­por­to con il Gover­na­to­re per­ché i suoi voti ser­vo­no e ser­ve il suo con­sen­so altri­men­ti in Cam­pa­nia non si muo­ve una foglia. E quin­di chi se ne fot­te del­la Costi­tu­zio­ne, l’importante sono i sol­di e i voti.

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