Unità a ogni costo, ma con il Pd renziano

Voglio­no fare un par­ti­to. Un par­ti­to già scis­so. E già mangiato.

La poli­ti­ca offre in que­sti gior­ni uno spet­ta­co­lo quan­to mai con­fu­so, in un vor­ti­ce di ripo­si­zio­na­men­ti, dichia­ra­zio­ni e smen­ti­te, gira­vol­te con­ti­nue. Cose da far veni­re la nau­sea, e infat­ti i mol­ti che han­no già dimo­stra­to di aver­la stan­no con ogni pro­ba­bi­li­tà per diven­ta­re di più.

E anche io, direb­be Woo­dy Allen, non mi sen­to mol­to bene.

L’ennesima pagi­na di que­sto nau­sea­bon­do manua­le dell’incoerenza eret­ta a vir­tù ce lo offro­no le ele­zio­ni regio­na­li del Friu­li Vene­zia Giu­lia.

Qui il Pd can­di­da, in manie­ra del tut­to legit­ti­ma e in tem­pi non sospet­ti, il vice-pre­si­den­te del­la giun­ta Ser­rac­chia­ni, Ser­gio Bol­zo­nel­lo. Figu­ra rispet­ta­bi­le, ma espo­nen­te di pri­mis­si­mo pia­no dell’azione di gover­no del­la regio­ne degli ulti­mi 5 anni, e ancor più ful­gi­do rap­pre­sen­tan­te del neo­cen­tri­smo che guar­da a destra, il ren­zi­smo più puro.

Il giu­di­zio del­la sini­stra, dal­le sue ani­me più timi­de a quel­le più oltran­zi­ste, sull’azione di gover­no Serracchiani/Bolzonello è sem­pre sta­to duris­si­mo, tan­to sul­le poli­ti­che del lavo­ro che su quel­la dell’organizzazione sani­ta­ria, dal­la gestio­ne del­le par­ti­te ambien­ta­li al rior­di­no degli enti loca­li. Una sostan­zia­le boc­cia­tu­ra di tut­ti i prov­ve­di­men­ti car­di­ne di que­sti anni.

Nell’ultimo anno, a que­sto coro di voci con­tro si è aggiun­ta quel­la di Mdp, a onor del vero una del­le for­ma­zio­ni più cri­ti­che e dure nei con­fron­ti dell’amministrazione Pd.

È sta­to per­ciò natu­ra­le per Pos­si­bi­le, che da sem­pre ha nega­to il suo sup­por­to a ope­ra­zio­ni poli­ti­che a voca­zio­ne neo­cen­tri­sta ren­zia­na e che da subi­to ave­va nega­to il suo appog­gio alla can­di­da­tu­ra di Bol­zo­nel­lo, rite­ne­re che anche all’avvio del pro­get­to di Libe­ri e Ugua­li, assie­me a Sini­stra Ita­lia­na e, appun­to, Mdp, la linea del­la fer­mez­za e dell’autonomia del­la sini­stra non avreb­be cor­so pericoli.

Eppu­re così non è, e  dopo mesi di ten­ten­na­men­ti e di fre­na­te, ecco arri­va­re oggi la noti­zia del pro­ba­bi­le accor­do tra Mdp e il nostal­gi­ci del pisa­pi­smo regio­na­le, Open FVG, per dare vita a una lista a sup­por­to del­la can­di­da­tu­ra di Bol­zo­nel­lo alle regio­na­li del pros­si­mo 29 aprile.

Già, per­ché biso­gna che si sap­pia che sono mesi che Mdp cer­ca di strin­ge­re un accor­do con il Pd e di por­ta­re con sé tut­ta LeU. E biso­gna sape­re che sono mesi che tan­to noi quan­to i com­pa­gni di Sini­stra Ita­lia­na abbia­mo spie­ga­to loro che que­sto è sem­pli­ce­men­te impossibile.

E così inve­ce di rac­co­glie­re le fir­me per una can­di­da­tu­ra che des­se rap­pre­sen­tan­za alla sini­stra di que­sta regio­ne, come chie­de­va­no da mesi i nostri mili­tan­ti e quel­li di SI, LeU si è attar­da­ta in con­ti­nui minuet­ti attor­no a un accor­do con i Dem, con con­ti­nue richie­ste di una discon­ti­nui­tà che, come è ovvio, da par­te del Pd non è mai arri­va­ta.

Insi­pien­za, inde­ci­sio­ne, ten­ten­na­men­ti? No, appa­re oggi chia­ro che mol­to sem­pli­ce­men­te si sta­va tiran­do la cosa per le lun­ghe, per impe­di­re che ci fos­se­ro i tem­pi tec­ni­ci neces­sa­ri alla rac­col­ta di fir­me neces­sa­rie per avan­za­re una can­di­da­tu­ra auto­no­ma, e pre­sen­tar­si quin­di pro­prio con il Pd, sul­la base di una arte­fat­ta e del tut­to inven­ta­ta aper­tu­ra da par­te dei democratici.

Aper­tu­ra che non c’è e non ci può esse­re, ed è per­si­no razio­na­le e com­pren­si­bi­le: come potreb­be il Pd schie­ra­re in pri­ma fila il vice-pre­si­den­te del­la giun­ta uscen­te con una piat­ta­for­ma di discon­ti­nui­tà da quel­la stes­sa giunta?

Ma non impor­ta, ciò che impor­ta e nascon­der­si die­tro al para­ven­to dell’unità del­le sini­stre (ter­mi­ne che sup­pon­go fareb­be riz­za­re i capel­li a Bol­zo­nel­lo) per pro­va­re a garan­tir­si un posti­ci­no in con­si­glio, che peral­tro sarà mol­to, mol­to dif­fi­ci­le ottenere.

Ora, Mdp è un movi­men­to auto­no­mo ed è più che legit­ti­mo che fac­cia ciò che meglio cre­de, anche se un po’ più di tra­spa­ren­za e di leal­tà da par­te sua sareb­be­ro sta­te gra­di­te. Avrem­mo pre­fe­ri­to lo dices­se­ro da subi­to, e ci per­met­tes­se­ro di orga­niz­za­re per tem­po la sini­stra sen­za di loro, come peral­tro abbia­mo fat­to negli anni in cui era­no sal­da­men­te in mag­gio­ran­za. E avrem­mo pre­fe­ri­to si fos­se­ro aste­nu­ti dal ten­ta­ti­vo di col­po di mano per otte­ne­re da Gras­so il sim­bo­lo di LeU anche con­tro il pare­re di Pos­si­bi­le e di SI. Ma cia­scu­no ha il suo sti­le, saran­no gli elet­to­ri a giu­di­ca­re il loro.

Quel­lo che tro­via­mo asso­lu­ta­men­te grot­te­sco, a trat­ti ribut­tan­te, è che men­tre si ado­pe­ra­no in que­sta ope­ra­zion­ci­na di palaz­zo in Friu­li Vene­zia Giu­lia, i ver­ti­ci di Mdp sono i pri­mi e i più fret­to­lo­si nel chie­de­re un par­ti­to uni­co chie­den­do lo scio­gli­men­to di par­ti­ti a cui non appar­ten­go­no, con­vo­can­do assem­blee uni­la­te­ral­men­te e apren­do con­gres­si non si sa a qua­le titolo.

Ci doman­dia­mo, a que­sto pun­to, se la riven­di­ca­ta uni­tà ad ogni costo di cui cian­cia­no ogni gior­no, non sia un appel­lo rivol­to al Pd ren­zia­no, più che a noi.

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