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Caso espropri: prima gli insulti, poi la marcia indietro

Lune­dì Pos­si­bi­le ave­va denun­cia­to la por­che­ria del­la nuo­va nor­ma che san­ci­sce con un auto­ma­ti­smo sfrat­to, espro­prio e ven­di­ta di una casa da par­te del­la ban­ca in caso il con­traen­te di un mutuo sal­ti set­te rate, sen­za pas­sa­re dal giu­di­ce. Lo abbia­mo denun­cia­to, e ci sia­mo pre­si gli insul­ti dei ren­zia­ni. Ieri sera, la noti­zia — vedre­mo come — del­la mar­cia indie­tro del Governo.

Mutui, Civati e Pastorino: “Il decreto è in contrasto con la Costituzione”

Il pro­ble­ma prin­ci­pa­le del decre­to legi­sla­ti­vo in discus­sio­ne alla Com­mis­sio­ne finan­za sul­la vicen­da dei mutui è che vio­la pale­se­men­te un prin­ci­pio car­di­ne del­l’or­di­na­men­to giu­ri­di­co del nostro Pae­se: quel­lo per cui il cre­di­to­re non può pren­der­si diret­ta­men­te la pro­prie­tà dei beni del debi­to­re. Inol­tre vio­la il dirit­to di dife­sa e met­te a serio rischio quel­lo di pro­prie­tà, ponen­do­si in con­tra­sto con la Costituzione.