Palestina

Druetti: su Gaza e Israele i potenti sono muti, parole di Ceferin confermano quanto sapevamo

Cefe­rin — con­ti­nua Druet­ti — sostie­ne che la Rus­sia sia sta­ta esclu­sa dal­le com­pe­ti­zio­ni inter­na­zio­na­li per una for­te pres­sio­ne poli­ti­ca, men­tre con Israe­le non sta avve­nen­do la stes­sa cosa, c’è solo una pres­sio­ne del­la socie­tà civi­le. È una dichia­ra­zio­ne pavi­da ma è una dichia­ra­zio­ne che descri­ve per­fet­ta­men­te i moti­vi per cui le bom­be su scuo­le e ospe­da­li, la care­stia impo­sta alla popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se, l’oc­cu­pa­zio­ne del ter­ri­to­rio pale­sti­ne­se pro­se­guo­no indi­stur­ba­ti da tan­to tempo.”

Druetti (Possibile): iniziativa Sumud Flotilla è fondamentale, la migliore risposta alla complicità del nostro governo nel genocidio

Se — con­clu­de Druet­ti — tro­via­mo inac­cet­ta­bi­le che Israe­le, tra le altre cose, spa­ri sul­le per­so­ne che aspet­ta­no il cibo, dob­bia­mo smet­te­re di ven­der­gli le armi per far­lo. Stes­sa cosa con gli ospe­da­li, con den­tro i gior­na­li­sti. Le dichia­ra­zio­ni tar­di­ve di Melo­ni sono inu­ti­li, se non cam­bia qual­co­sa nel­le azio­ni del governo.

Il genocidio del popolo palestinese è il volto più evidente dell’imperialismo coloniale

Da que­sto deri­va la visio­ne di Israe­le come sal­va­to­re dei fon­da­men­ti demo­cra­ti­ci nei ter­ri­to­ri del Medio Orien­te, nono­stan­te le rei­te­ra­te vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni sui cit­ta­di­ni pale­sti­ne­si. A ciò va aggiun­ta la rifles­sio­ne sul fat­to che il grup­po colo­niz­za­to­re si assu­me il ruo­lo di vit­ti­ma: la madre­pa­tria euro­pea dei colo­ni è l’oppressore men­tre loro per­se­guo­no pace e libertà.

10.000 firme per la petizione di Possibile contro Italia-Israele. Stop the game!

l geno­ci­dio va fer­ma­to, i gover­ni devo­no inter­rom­pe­re i rap­por­ti con Israe­le e soprat­tut­to smet­te­re di ven­de­re armi a uno sta­to che sta com­pien­do un geno­ci­dio sot­to gli occhi del mon­do. Fin­ché Israe­le non affron­te­rà nes­su­na con­se­guen­za, nem­me­no sui cam­pi di gio­co inter­na­zio­na­li, tan­ti, trop­pi con­ti­nue­ran­no a sen­tir­si giu­sti­fi­ca­ti nel vol­tar­si dall’altra par­te. Ecco per­ché vi chie­dia­mo di con­ti­nua­re a fir­ma­re e con­di­vi­de­re la peti­zio­ne, per far sen­ti­re la nostra voce e il nostro dis­sen­so. Stop the game.

Gaza: il governo sblocchi i fondi umanitari, subito

Il gover­no ita­lia­no ha bloc­ca­to i fon­di per i ter­ri­to­ri pale­sti­ne­si dal 7 otto­bre 2023. Pri­ma con la scu­sa che le ONG ita­lia­ne finan­zia­va­no H@mas. Poi, una vol­ta dimo­stra­to che non era vero, con­ti­nuan­do a riman­dar­ne lo sblocco.

Sia­mo a gen­na­io 2025 e stia­mo par­lan­do di milio­ni di euro desti­na­ti tra le altre cose a Edu­ca­zio­ne e Sani­tà a Gaza e in Cisgior­da­nia, bloc­ca­ti per una pre­ci­sa volon­tà politica.

Il “cessate il fuoco” a Gaza non significa che l’emergenza è finita

Il gover­no ita­lia­no ha un ruo­lo, in tut­to que­sto: innan­zi­tut­to è fon­da­men­ta­le rispet­ta­re gli impe­gni pre­si e inten­si­fi­ca­re gli sfor­zi per garan­ti­re che gli aiu­ti uma­ni­ta­ri rag­giun­ga­no effi­ca­ce­men­te la popo­la­zio­ne di Gaza. Come è fon­da­men­ta­le che l’I­ta­lia, insie­me alla comu­ni­tà inter­na­zio­na­le, con­tri­bui­sca atti­va­men­te alla rico­stru­zio­ne del siste­ma sani­ta­rio e al ripri­sti­no del­le con­di­zio­ni di vita digni­to­se per le per­so­ne col­pi­te dagli effet­ti di 15 mesi di genocidio.
Allo stes­so modo, è impor­tan­te agi­re per costrui­re la pace a par­ti­re da que­sta fra­gi­le tre­gua. L’Italia ha il dove­re di rico­no­sce­re e rispet­ta­re le sen­ten­ze del­la Cor­te Pena­le Inter­na­zio­na­le e del­la Cor­te Inter­na­zio­na­le di Giu­sti­zia, inter­rom­pen­do tut­te le azio­ni diret­te e indi­ret­te che sup­por­ta­no l’occupazione ille­ga­le israe­lia­na dei ter­ri­to­ri Pale­sti­ne­si, faci­li­tan­do il lavo­ro e l’accesso di gior­na­li­ste e gior­na­li­sti a Gaza e nel­la Cisgior­da­nia. Non si può rima­ne­re a guar­da­re. Il ritor­no allo sta­tus quo, fat­to di oppres­sio­ne e apar­theid, è intollerabile.

Cessate il fuoco a Gaza: una speranza, finalmente

Ci unia­mo alla spe­ran­za che que­sto momen­to por­ti sol­lie­vo al popo­lo pale­sti­ne­se. Que­sto accor­do evi­den­zia ulte­rior­men­te la neces­si­tà di sman­tel­la­re il siste­ma di oppres­sio­ne e occu­pa­zio­ne che Israe­le impo­ne al popo­lo pale­sti­ne­se da decen­ni. Solo con la fine di que­sto siste­ma si potrà spe­ra­re in una pace giusta.