Palestina

Castelnovo Monti, per Gaza

In dia­lo­go con l’As­ses­so­ra con dele­ga ai Dirit­ti e alla Pace del Comu­ne di Castel­no­vo Mon­ti, Sil­via Dal­la­por­ta, abbia­mo pen­sa­to che fos­se oppor­tu­no soste­ne­re i nostri cit­ta­di­ni e le nostre cit­ta­di­ne nel loro ope­ra­to per sen­si­bi­liz­za­re sul­la Pale­sti­na, come già fan­no da mag­gio ’25 con i “Saba­ti per Gaza”, e abbia­mo pen­sa­to di far­lo con­ti­nuan­do la let­tu­ra di alcu­ni nomi dei bam­bi­ni ucci­si nel cor­so del Geno­ci­dio in atto pri­ma di alcu­ni momen­ti cul­tu­ra­li e non solo.

Druetti: su Gaza e Israele i potenti sono muti, parole di Ceferin confermano quanto sapevamo

Cefe­rin — con­ti­nua Druet­ti — sostie­ne che la Rus­sia sia sta­ta esclu­sa dal­le com­pe­ti­zio­ni inter­na­zio­na­li per una for­te pres­sio­ne poli­ti­ca, men­tre con Israe­le non sta avve­nen­do la stes­sa cosa, c’è solo una pres­sio­ne del­la socie­tà civi­le. È una dichia­ra­zio­ne pavi­da ma è una dichia­ra­zio­ne che descri­ve per­fet­ta­men­te i moti­vi per cui le bom­be su scuo­le e ospe­da­li, la care­stia impo­sta alla popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se, l’oc­cu­pa­zio­ne del ter­ri­to­rio pale­sti­ne­se pro­se­guo­no indi­stur­ba­ti da tan­to tempo.”

Druetti (Pos): Tajani sbaglia su Global Sumud Flotilla, non può dire che l’iniziativa è inopportuna

Le paro­le di Taja­ni sono appun­to inop­por­tu­ne. Per­ché l’i­ni­zia­ti­va del­la Glo­bal Sumud Flo­til­la andreb­be sem­pli­ce­men­te soste­nu­ta dal nostro gover­no. Per­ché i quat­tro obiet­ti­vi del­la spe­di­zio­ne (lo stop all’assedio, lo stop alla fame usa­ta come arma, lo stop alla disu­ma­niz­za­zio­ne del­la popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se, lo stop al geno­ci­dio) non dovreb­be­ro nem­me­no esse­re ogget­to di dibat­ti­to, ma la posi­zio­ne mini­ma di uma­ni­tà da cui par­ti­re per tro­va­re una solu­zio­ne poli­ti­ca e diplomatica.

Oggi parte la marcia per Gaza in Valle Maira, vieni anche tu!

Quel­lo che vedia­mo è discri­mi­na­zio­ne di mas­sa, che attri­bui­sce un valo­re supe­rio­re a una par­te di mon­do che si dichia­ra occi­den­ta­le, moder­no e svi­lup­pa­to. È lo stes­so mec­ca­ni­smo che ritro­via­mo anche nel­le nostre cit­tà e nei nostri pae­si, dove la discri­mi­na­zio­ne ver­so lo stra­nie­ro pove­ro vie­ne tol­le­ra­ta. In fon­do, i CPR (Cen­tri di Per­ma­nen­za per il Rim­pa­trio) – luo­ghi in cui ven­go­no trat­te­nu­ti i migran­ti in atte­sa di espul­sio­ne – e le con­di­zio­ni disu­ma­ne di mol­te car­ce­ri ita­lia­ne ci ricor­da­no che la pri­va­zio­ne del­la liber­tà e la nega­zio­ne del­la digni­tà non sono real­tà lontane.

Druetti (Possibile): iniziativa Sumud Flotilla è fondamentale, la migliore risposta alla complicità del nostro governo nel genocidio

Se — con­clu­de Druet­ti — tro­via­mo inac­cet­ta­bi­le che Israe­le, tra le altre cose, spa­ri sul­le per­so­ne che aspet­ta­no il cibo, dob­bia­mo smet­te­re di ven­der­gli le armi per far­lo. Stes­sa cosa con gli ospe­da­li, con den­tro i gior­na­li­sti. Le dichia­ra­zio­ni tar­di­ve di Melo­ni sono inu­ti­li, se non cam­bia qual­co­sa nel­le azio­ni del governo.

Stop the game: 20.000 firme per dire no a Italia-Israele

Se nono­stan­te le richie­ste del­la poli­ti­ca, del­la cit­ta­di­nan­za, dell’AIAC (Asso­cia­zio­ne Ita­lia­na Alle­na­to­ri Cal­cio) la par­ti­ta si gio­che­rà lo stes­so, il 14 otto­bre sare­mo in piaz­za a Udi­ne alla mani­fe­sta­zio­ne di pro­te­sta, orga­niz­za­ta dal Comi­ta­to per la Pale­sti­na di Udi­ne, del­la Comu­ni­tà Pale­sti­ne­se del Friu­li e del Vene­to, da Salaam Ragaz­zi dell’Olivo e da Cal­cio e Rivo­lu­zio­ne, a cui han­no già ade­ri­to più di 200 asso­cia­zio­ni per dire anco­ra una vol­ta no sport-washing e stop al genocidio.

Il genocidio del popolo palestinese è il volto più evidente dell’imperialismo coloniale

Da que­sto deri­va la visio­ne di Israe­le come sal­va­to­re dei fon­da­men­ti demo­cra­ti­ci nei ter­ri­to­ri del Medio Orien­te, nono­stan­te le rei­te­ra­te vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni sui cit­ta­di­ni pale­sti­ne­si. A ciò va aggiun­ta la rifles­sio­ne sul fat­to che il grup­po colo­niz­za­to­re si assu­me il ruo­lo di vit­ti­ma: la madre­pa­tria euro­pea dei colo­ni è l’oppressore men­tre loro per­se­guo­no pace e libertà.