La follia del “reato di povertà” e proposte concrete per combattere fame e disuguaglianze

Tra tut­te le idee genia­li degli ulti­mi gior­ni, l’istituzione del “rea­to di pover­tà” è sicu­ra­men­te l’ultimo emble­ma­ti­co esem­pio del­la tota­le man­can­za di dire­zio­ne poli­ti­ca a cui la Giun­ta comu­na­le sta con­dan­nan­do la cit­tà di Roma. Una deci­sio­ne assur­da, per­ché pover­tà e fame non pos­so­no e non devo­no esse­re con­si­de­ra­ti rea­ti: sono, inve­ce, con­se­guen­ze di un deter­mi­na­to model­lo socio-economico.