In una stanza buia, lo avrebbero «forzato a spogliarsi, entrare in una vasca d’acqua, rilasciando delle scariche elettriche tramite un teaser, fino a fargli perdere i sensi». E’ questo il tenore dei racconti riportati dai media croati in questi giorni, a testimonianza della violenza che la polizia di frontiera croata esercita su rifugiati e migranti.
confini
Siamo abituati a pensare la montagna come un luogo aspro, duro, resistente. E invece ci rendiamo conto che ghiacciai e vette sono fragili e son anch’essi indicatori di un’emergenza che ogni giorno che passa mette sempre più a rischio la nostra sicurezza. Quasi fossero colonnine di mercurio che segnano l’avvicinarsi del punto di non ritorno.
Nel 2016, hanno ancora senso i confini? Come possiamo accettare questo rinchiudersi nelle proprie case, dopo che abbiamo sperimentato anni di crescita e prosperità in concomitanza con la caduta delle frontiere, quando siamo stati orgogliosi della nostra appartenenza ad una comunità più ampia e vogliosi di accogliere chi fuggiva da guerre e miseria?