Definisci “italiano”: in Piemonte razzismo istituzionale
Quella a cui abbiamo assistito ieri in Consiglio regionale del Piemonte rappresenta una delle pagine più buie della recente storia politica della nostra Regione.
Quella a cui abbiamo assistito ieri in Consiglio regionale del Piemonte rappresenta una delle pagine più buie della recente storia politica della nostra Regione.
Liste d’attesa: mi sono arrivate molte segnalazioni di pazienti a cui sono stati dati appuntamenti per visite con orari impossibili e scritto “la data non è reale”.
Cosa sta succedendo nella sanità cuneese? Facciamo chiarezza su liste di attesa, appuntamenti “fittizi” e dichiarazioni dell’assessore regionale. È successo anche a voi che una visita risultasse prenotata nel cuore della notte, in attesa di avere il “vero” appuntamento? Mandateci le vostre segnalazioni sul tema all’indirizzo [email protected] o scrivendoci nei messaggi. Condividi il video. https://www.possibile.com/wp-content/uploads/2025/09/giulia-marro-cuneo-sanita-liste-attesa.mp4
Quello che vediamo è discriminazione di massa, che attribuisce un valore superiore a una parte di mondo che si dichiara occidentale, moderno e sviluppato. È lo stesso meccanismo che ritroviamo anche nelle nostre città e nei nostri paesi, dove la discriminazione verso lo straniero povero viene tollerata. In fondo, i CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio) – luoghi in cui vengono trattenuti i migranti in attesa di espulsione – e le condizioni disumane di molte carceri italiane ci ricordano che la privazione della libertà e la negazione della dignità non sono realtà lontane.
Questa settimana come sapete ho partecipato alla maratona delle opposizioni in Consiglio regionale per fermare l’aumento dell’IRPEF ai danni dei piemontesi.
“Il 25 luglio 1943 avvenne l’arresto di Mussolini, e la famiglia Cervi offrì pastasciutta alla popolazione di Campegine per festeggiare: da qui l’inizio della tradizione popolare che celebra la caduta del fascismo in quella data. Preoccupa e non poco quando questo valore viene ridotto a posizionamento politico, e considerato divisivo”.