«Voi sapete»: un atto di accusa ai potenti del mondo

Io vi accu­so. Cari poten­ti, que­sta vol­ta non sie­te di fron­te a un appel­lo, non rac­co­glie­re­mo fir­me: tan­ti l’hanno già fat­to e sono rima­sti ina­scol­ta­ti.

Tan­ti l’hanno già fat­to ma l’orrore con­ti­nua. Que­sta vol­ta vi accu­sia­mo.

In «Voi sape­te», Giu­sep­pe Civa­ti riper­cor­re, come in un flus­so di coscien­za, tut­to ciò che è avve­nu­to e sta avve­nen­do tra il Sahel e la Sici­lia e che ha epi­cen­tro nei cen­tri di deten­zio­ne e nel mer­ca­to schia­vi­sti­co del­la Libia. Con un’accusa pre­ci­sa: i poten­ti euro­pei sono com­pli­ci, per­ché tol­le­ra­no e finan­zia­no tut­to ciò. «Sia­mo di fron­te a un nuo­vo Olo­cau­sto», ha dichia­ra­to Pie­tro Bar­to­lo, medi­co a Lam­pe­du­sa. La dif­fe­ren­za è che que­sta vol­ta, quan­do i nostri nipo­ti lo stu­die­ran­no sui libri di sto­ria, non ci potre­mo dire che «non sape­va­mo». Sape­va­mo tut­to, sap­pia­mo tut­to. Voi sape­te.

Tra rife­ri­men­ti let­te­ra­ri, come quel­lo alla «fer­ro­via sot­ter­ra­nea», mito dell’America abo­li­zio­ni­sta che apre lo scrit­to, e rife­ri­men­ti ai più con­so­li­da­ti prin­ci­pi dei dirit­ti uma­ni, si arri­va ai gior­ni nostri seguen­do un solo filo con­dut­to­re, sem­pre lo stes­so: loro non sono pie­na­men­te uma­ni, non sono come noi, pos­so­no tol­le­ra­re il dolo­re, la vio­len­za, la tor­tu­ra. E noi pos­sia­mo tol­le­ra­re il dolo­re, la vio­len­za, la tor­tu­ra ma solo se appli­ca­ta ai loro cor­pi, non ai nostri. Pre­fe­ria­mo che un uomo sia tor­tu­ra­to dal­le mili­zie libi­che, part­ner di un gover­no soste­nu­to e finan­zia­to dall’Italia, che acco­glier­lo, quel­lo stes­so uomo.

Ci han­no pro­mes­so che non sareb­be più suc­ces­so, che non si sareb­be più ripe­tu­to nel­la sto­ria dell’umanità. Sta suc­ce­den­do ora e anco­ra.

Sca­ri­ca gra­tui­ta­men­te “VOI SAPETE”, di Giu­sep­pe Civati

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