Immaginate un Paese

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Imma­gi­na­te un Pae­se che inve­ste su un futu­ro miglio­re, desi­de­ra­bi­le, pos­si­bi­le. Imma­gi­na­te un Pae­se che met­te al pri­mo posto scuo­la, uni­ver­si­tà e ricer­ca. Che dice no alle clas­si pol­la­io e agli edi­fi­ci peri­co­lan­ti e insi­cu­ri, che sce­glie di dotar­si di stru­men­ti moder­ni e di orga­ni­ci ade­gua­ti. Che garan­ti­sce a tut­te e tut­ti il dirit­to allo stu­dio e a una scuo­la inclu­si­va. Che final­men­te trat­ta con rispet­to e digni­tà ruo­li essen­zia­li come quel­li di docen­ti e ricercatori. 

Imma­gi­na­te un Pae­se che abbrac­cia una vol­ta per tut­te le oppor­tu­ni­tà offer­te dal­la digi­ta­liz­za­zio­ne, snel­len­do e velo­ciz­zan­do la pro­pria mac­chi­na ammi­ni­stra­ti­va, dan­do a lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­to­ri nuo­va liber­tà nel gesti­re il pro­prio tem­po, anche quel­lo personale.
Imma­gi­na­te un Pae­se che smet­te di con­si­de­ra­re nor­ma­le che metà del­la pro­pria popo­la­zio­ne sia ogget­to di vio­len­ze e dispa­ri­tà di trat­ta­men­to, che rico­no­sce alle don­ne il dirit­to di vive­re la pro­pria vita libe­re dal­la pau­ra, che ne acco­glie l’essenziale con­tri­bu­to alla vita pubblica.

Imma­gi­na­te un Pae­se in cui nes­su­no deve più nascon­der­si in un cor­po che non gli appar­tie­ne, e in cui chiun­que può esse­re feli­ce a fian­co del­la per­so­na che ama sen­za subi­re discri­mi­na­zio­ni o aggressioni.

Imma­gi­na­te un Pae­se su misu­ra di ogni bam­bi­na e di ogni bam­bi­no, in cui cia­scu­no può rea­liz­za­re le pro­prie ambi­zio­ni e met­te­re a frut­to i pro­pri talen­ti, sen­za bar­rie­re cul­tu­ra­li, fisi­che e sociali.

Imma­gi­na­te un Pae­se che si pren­de cura di ogni per­so­na, in cui il dirit­to alla salu­te sia pie­na­men­te garan­ti­to e con­cre­ta­men­te anco­ra­to ai prin­ci­pi di uni­ver­sa­li­tà, ugua­glian­za ed equi­tà, garan­ten­do a cia­scu­no il dirit­to all’autodeterminazione e alla liber­tà, fino alla fine.

Imma­gi­na­te un Pae­se che esce dall’incubo del­le fon­ti fos­si­li e del­la dipen­den­za ener­ge­ti­ca, che pun­ta sull’effi­cien­za ener­ge­ti­ca e sul­le rin­no­va­bi­li, che pian­ta albe­ri, che smet­te di con­su­ma­re e impo­ve­ri­re il pro­prio suo­lo, che rimet­te in pie­di le pro­prie infra­strut­tu­re fati­scen­ti, che pun­ta a una mobi­li­tà soste­ni­bi­le e meno cao­ti­ca.

Imma­gi­na­te un Pae­se acco­glien­te per chi scap­pa dal­la guer­ra, dal­la fame, dagli scon­vol­gi­men­ti cli­ma­ti­ci, che trat­ta da cit­ta­di­ni tut­te e tut­ti quan­ti sono nati e/o cre­sciu­ti nel suo ter­ri­to­rio, un Pae­se in cui chi sce­glie di andar­se­ne lo fa per inse­gui­re libe­ra­men­te i pro­pri sogni e non per­ché sen­te la costri­zio­ne di un ambien­te che non gli offre oppor­tu­ni­tà di realizzazione.

Imma­gi­na­te un Pae­se che finan­zia que­ste impre­se in manie­ra equa e pro­gres­si­va, chie­den­do un con­tri­bu­to più alto a chi più ha e può gode­re di que­sti progressi.

Imma­gi­na­te un Pae­se che nel rea­liz­za­re tut­to que­sto crea nuo­vo impie­go, sicu­ro e digni­to­so, che alza gli stan­dard di lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­to­ri in ogni set­to­re, con la sere­ni­tà di un siste­ma pre­vi­den­zia­le meno incer­to, ingiu­sto e farraginoso. 

Que­sto libro e le due sche­de sul­la pro­po­sta di rifor­ma fisca­le che lo accom­pa­gna­no non sono l’esercizio con­so­la­to­rio di chi rifiu­ta la real­tà e si rifu­gia nel­la fantasia.


Sono un manua­le per chi vede la real­tà nel­la sua ingiu­sti­zia e non la accet­ta, per chi si ribel­la, per chi inten­de met­ter­si all’opera, per chi vuo­le costrui­re il Pae­se che qui tro­va descritto.

 

Quan­do avre­te fini­to di leg­ger­li, uni­te­vi a noi. C’è mol­ta stra­da fare, e il tem­po è scaduto.