Salvini è uno sfascista

Sal­vi­ni non è un fasci­sta, ma uno sfa­sci­sta: uno che gio­ca allo sfa­scio al solo sco­po di far cre­sce­re il con­sen­so intor­no a sé per poi pas­sa­re all’in­cas­so. Uno sfa­sci­sta che, abu­san­do del­la cre­du­li­tà popo­la­re, lascia inten­de­re che sia in atto una guer­ra tra buo­ni­sti e giu­sti e che, per que­sto, non ha alcu­na remo­ra nel pie­ga­re le rego­le del gio­co al rag­giun­gi­men­to dei pro­pri fini.

Da quan­do il Gover­no si è inse­dia­to ha già rico­per­to il ruo­lo di mini­stro del­l’in­ter­no, mini­stro per gli affa­ri euro­pei, mini­stro degli este­ri, mini­stro dei tra­spor­ti, pre­si­den­te del Con­si­glio e anche magi­stra­to. Ha pra­ti­ca­to una poli­ti­ca iso­la­zio­ni­sta lan­cian­do stra­li alla Tuni­sia, alla Ger­ma­nia, a Mal­ta, alla Fran­cia, alla Spa­gna. Si è posto al di sopra del­lo Sta­to di dirit­to, del­la sepa­ra­zio­ne dei pote­ri, dei dirit­ti del­l’uo­mo, del­le sen­ten­ze dei giu­di­ci, dei pote­ri del­la auto­ri­tà giu­di­zia­ria, del­la Con­ven­zio­ne di Gine­vra, del­la Con­ven­zio­ne di Ambur­go, del­la CEDU, del­la Car­ta dei dirit­ti fon­da­men­ta­li del­l’UE e per­si­no del “con­trat­to di governo”.

Ha inne­sca­to un (per­ma­nen­te) con­flit­to con gli altri pote­ri del­lo Sta­to: mes­so in ombra e impar­ti­to diret­ti­ve al Pre­si­den­te del Con­si­glio, neu­tra­liz­za­to il Vice­pre­si­den­te del Con­si­glio, pro­vo­ca­to l’in­ter­ven­to del Capo del­lo Sta­to, affin­ché toglies­se le casta­gne dal fuo­co a Con­te e a Di Maio e con­sen­tis­se a Sal­vi­ni di espri­me­re sde­gna­to il suo “stu­po­re”. E dopo aver costret­to le altre cari­che del­lo Sta­to a cer­ca­re un pun­to di equi­li­brio, oggi rilan­cia nuo­va­men­te sui migran­ti, pro­po­nen­do che i 450 pro­fu­ghi — che scor­ret­ta­men­te chia­ma “clan­de­sti­ni” — sia­no riac­com­pa­gna­ti in Libia o por­ta­ti a Mal­ta con una nave militare.

Que­sto Gover­no — è ormai chia­ro — non dure­rà a lun­go e quan­do Sal­vi­ni pas­se­rà all’in­cas­so non ci sarà nes­su­no a dar­gli il resto: nep­pu­re la Costi­tu­zio­ne, che agli occhi del popo­lo sovra­no, è fin trop­po buonista.

Enzo Di Salvatore

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